PREMI “RAGIONE APERTA” - 2017

vincitori

Si svolgerà il prossimo 27 settembre in Vaticano, presso la Pontificia Accademia delle Scienze, con inizio alle ore 17, la cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio “Razón abierta”, iniziativa nata dalla collaborazione tra l’Università Francisco de Vitoria di Madrid e la Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI.

L’idea del Premio “Razón abierta”

Di fronte a una cultura positivista e relativista, Joseph Ratzinger-Benedetto XVI rileva la profonda frammentazione della conoscenza e l’eccessiva specializzazione nel campo universitario. Il relativismo, lo scientismo e il pragmatismo non lasciano spazio a una conoscenza complessiva che comprenda in modo ordinato gli oggetti di studio, limitando a priori la ricerca della verità.

Ratzinger insiste quindi sulla necessità di avere una visione ampia e aperta della ragione e del suo esercizio nella ricerca della verità e della risposta alle domande fondamentali sull’umanità e sul suo destino.

Il concetto di ragione deve allargarsi per poter comprendere ed esplorare aspetti che vanno oltre la pura realtà empirica e per ottenere una sintesi armoniosa della conoscenza, che integra la teologia e la filosofia per capire la realtà. Le questioni fondamentali dell’umanità, come il vivere e il morire, non possono essere escluse dall’ambito della razionalità.

È una questione di ricerca di una conoscenza completa, non solo per quanto riguarda la quantità di conoscenza, ma anche per la pienezza e la profondità di ciò che è conosciuto, assicurando a ciascuna scienza l’autorità che le corrisponde nel suo campo di applicazione, ma senza lasciare da parte il significato ultimo, che dà senso e unità alla specificità di ogni scienza.

Il lancio del Premio

Alla luce di questa concezione, l’Università Francisco de Vitoria, in collaborazione con la Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, nell’autunno 2016 ha indetto il Premio “Ragione aperta”, che mira a riconoscere e promuovere l’innovazione nella ricerca scientifica e nei programmi accademici, a partire dall’invito di Benedetto XVI ad allargare gli orizzonti della ragione.

Ciò implica il lavoro interdisciplinare, che dimostra come un’area scientifica possa essere aperta a un principio unificante. Questo richiede non solo il dialogo con altre scienze, ma anche un rapporto con la filosofia e la teologia, quando si tratta di questioni di senso cui la scienza da sola non può rispondere in modo soddisfacente. Lavori accademici, insomma, che abbiano interrogato ed esplicitamente inglobato la riflessione su antropologia, epistemologia, etica e il significato profondo che esiste all’interno della scienza specifica, nelle categorie della Ricerca e della Docenza.

La categoria “Ricerca” include pubblicazioni scientifiche che si occupano della sfida di affrontare le questioni antropologiche, epistemologiche, etiche e di senso di una particolare scienza o disciplina. Le opere dovevano essere originali, anche se potevano essere basate su ricerche o pubblicazioni precedenti.

La categoria “Docenza” include la presentazione di Programmi accademici (guide didattiche, piani di studio) che spiegano in dettaglio come si integrano, nell’insegnamento della scienza o disciplina particolare, le questioni antropologiche, epistemologiche, etiche e di significato. Le opere presentate in questa categoria dovevano essere originali e sviluppate nelle rispettive Istituzioni, accompagnate da una presentazione che comprendesse l’esposizione dei risultati o le esperienze emerse durante l’attuazione di tale programma.

I lavori pervenuti e la Giuria

I lavori pervenuti entro il mese di aprile 2017 all’attenzione della Giuria internazionale – redatti in inglese o in spagnolo – sono stati 367, provenienti da 170 università di oltre 30 differenti Paesi.

Vari e molto diversi gli argomenti dei lavori: scienze giuridiche, economiche e sociali; scienze della comunicazione; scienze fisiche, biologiche, ambientali, biomediche e della salute; ingegneria e architettura; scienze umanistiche, filosofia e teologia.

Quattro i lavori vincitori scelti dalla Giuria, riunitasi a Madrid il 12 e il 13 luglio 2017 – due nella sezione “Ricerca” e due nella sezione “Docenza” – e due le menzioni onorifiche assegnate.

La Giuria internazionale è composta da: padre Federico Lombardi S.J., presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI; prof. Daniel Sada, rettore dell’Università Francisco de Vitoria di Madrid; don Gianfranco Basti, professore di Filosofia della scienza presso la Pontificia Università Lateranense; Alister McGrath, professore di Scienza e religione presso la Oxford University; don Olegario González de Cardedal, professore di Teologia presso l’Università di Salamanca, vincitore del Premio Ratzinger nel 2011; Francesc Torralba, professore di Teologia e Filosofia presso l’Universitat Ramon Llull di Barcellona; Stefano Zamagni, professore di Economia politica presso l’Università di Bologna e la Johns Hopkins University.

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