Città del Vaticano, 20 settembre 2018 – Sono la teologa tedesca Marianne Schlosser e l’architetto svizzero Mario Botta i vincitori dell’edizione 2018 del Premio Ratzinger, che si svolgerà il prossimo 17 novembre in Vaticano. I loro nomi sono stati annunciati questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso la Sala Stampa della Santa Sede per illustrare le tre principali attività che vedranno protagonista la Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI nel corso di questo autunno: il Premio Ratzinger, il Simposio internazionale “Diritti fondamentali e conflitti fra diritti”, il Premio “Ragione aperta”.
Insieme al presidente della Fondazione, padre Federico Lombardi, sono intervenuti il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e membro del Comitato scientifico della Fondazione, il prof. Giuseppe Dalla Torre, già Rettore magnifico della Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma, Max Bonilla, responsabile delle Relazioni esterne della Universidad Francisco de Vitoria di Madrid.
Con l’edizione 2018, l’ottava, le personalità insignite del Premio Ratzinger saranno in totale 18, provenienti da 13 diversi Paesi. “Per la seconda volta il Premio è attribuito a una donna (nel 2014 era stato assegnato alla prof.ssa Anne-Marie Pelletier). Inoltre – ha spiegato padre Lombardi –, si continua la linea inaugurata lo scorso anno di comprendere anche le arti cristianamente ispirate fra le attività dei premiati: mentre lo scorso anno era stato insignito del Premio un musicista, Arvo Pärt, quest’anno è la volta di un noto architetto”.
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Il conferimento del Premio è previsto per il 17 novembre, giorno successivo alla conclusione dell’VIII Simposio internazionale organizzato a Roma dalla Fondazione insieme alla Università LUMSA il 15 e 16 novembre prossimi, sul tema: “Diritti fondamentali e conflitti fra diritti”, nel 70° anniversario dell’adozione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, e nel 20° anniversario del conferimento della laurea honoris causa all’allora cardinale Joseph Ratzinger da parte della LUMSA. “Gli argomenti che saranno trattati – ha illustrato padre Lombardi – sono di grande attualità: la libertà religiosa, il diritto naturale, la laicità positiva nel pensiero di J. Ratzinger, la genesi e l’applicazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, la moltiplicazione dei diritti e il pericolo della distruzione dell’idea di diritto, la posizione della Chiesa nel dibattito sui diritti umani, ecc.”. La Relazione conclusiva sarà svolta dal cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin.
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Il 24 settembre si svolgerà in Vaticano, presso la Casina Pio IV, sede della Pontificia Accademia delle Scienze, la Cerimonia di premiazione della II edizione del Premio “Ragione aperta”, nato dalla collaborazione con l’Università spagnola Francisco de Vitoria, insieme alla quale la Fondazione ha organizzato il Convegno “La preghiera, forza che trasforma il mondo”, svoltosi a Madrid nel 2015 in occasione del V Centenario della nascita di santa Teresa d’Avila. Il Premio è intitolato “Ragione aperta” perché ispirato a un’idea centrale nel pensiero di Ratzinger, che insiste sulla necessità di avere una visione ampia e aperta della ragione e del suo esercizio nella ricerca della verità e della risposta alle domande fondamentali sull’umanità e sul suo destino. Questa idea è fondamentale per il dialogo fra la Chiesa e la cultura moderna, e fra le scienze e la filosofia e la teologia e quindi anche un’idea fondamentale per il modo di pensare l’università e la sua funzione.
I lavori pervenuti all’attenzione della Giuria internazionale – redatti in inglese o in spagnolo – sono stati oltre 170, provenienti da più di 100 università di molti differenti Paesi. Quattro i lavori vincitori scelti dalla Giuria, riunitasi a Madrid il 18 e 19 luglio scorsi: due nella sezione “Ricerca” e due nella sezione “Docenza”.
I vincitori per la Ricerca sono: Javier Sánchez Cañizares, dell’Università di Navarra (Spagna), con un lavoro intitolato Universo singular – una riflessione sulle singolarità che si osservano nella storia dell’universo alla luce dei risultati delle ricerche cosmologiche e fisiche odierne –, e Juan Arana, dell’Università di Siviglia (Spagna), per l’opera La conciencia inexplicada. Ensayo sobre los limites de la comprensión naturalista: una convincente e avvincente difesa della singolarità della coscienza umana di fronte ai diversi tentativi di darne una spiegazione riduzionistica (tramite le neuroscienze, l’intelligenza artificiale, ecc.).
I vincitori per la Docenza sono: Gonzalo Génova e Maria del Rosario González, dell’Università Carlos III di Madrid e dell’Università Complutense, per il corso di Etica para ingenieros: Entre la supervivencia y la dignidad: con metodo pedagogico molto partecipativo si aiutano i giovani ingegneri in formazione a interrogarsi e riflettere sulle loro responsabilità etiche nel costruire e trasformare il mondo. Mentre John C. Cavadini, James Martin, Patricia Bellm e Christopher T. Baglow, dell’Università Notre Dame (Indiana, USA), hanno sviluppato un ampio programma di formazione per i docenti di scuole medie: Catholic Educators to engage the Dialogue between Science and Religion. Giustamente il dialogo fra scienza e religione non è da esercitare solo a livello universitario o accademico, ma anche – nei modi appropriati – nelle tappe precedenti dell’educazione.
Sono state attribuite anche due menzioni speciali di merito. Riguardano l’opera nel campo della storia della cultura, di Brad Gregory, dell’Università di Notre Dame: The Unintended Reformation: How a Religious Revolution secularized Society e lo studio di David Wilkinson, dell’Università di Durham (Regno Unito) su Science, Religion and the Search for Extra-terrestrial Intelligence.
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