Papa Francesco parla di Benedetto XVI sul volo di ritorno dalla Romania

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(3/6/19) Durante il volo di rientro a Roma, a conclusione del suo viaggio apostolico in Romania (31 maggio-2 giugno 2019), Papa Francesco ha risposto a una domanda di Eva Fernández, giornalista della radio spagnola Cope, riguardo al suo rapporto con il Papa emerito Benedetto XVI.

 

Eva Fernández: Santo Padre, Lei non ha una famiglia vicina ma ha detto che Benedetto XVI è come un nonno, è come avere un nonno a casa…

Papa Francesco: È vero!

Eva Fernández: Continua a vederlo come un nonno?

Papa Francesco: Di più! Ogni volta che vado da lui a visitarlo lo sento così. E prendo la mano e lo faccio parlare. Parla poco, parla adagio, ma con la stessa profondità di sempre. Perché il problema di Benedetto sono le ginocchia, non la testa: ha una lucidità grande e io sentendo parlare lui, divento forte, sento il “succo” delle radici che mi viene e mi aiuta ad andare avanti. Sento questa tradizione della Chiesa che non è una cosa da museo, la tradizione, no. La tradizione è come le radici, che ti danno il succo per crescere. E tu non diventerai come le radici, no: tu fiorirai, l’albero crescerà, darai dei frutti e i semi saranno radici per gli altri. La tradizione della Chiesa è sempre in movimento. In un’intervista che ha fatto Andrea Monda sull’”Osservatore” – voi leggete l’Osservatore, no? – alcuni giorni fa, c’era una citazione che mi è piaciuta tanto, del musicista Gustav Mahler. E parlando delle tradizioni, lui diceva: “La tradizione è la garanzia del futuro e non la custode delle ceneri”. Non è un museo. La tradizione non custodisce le ceneri, la nostalgia degli integralisti, tornare alle ceneri, no. La tradizione sono radici che garantiscono che l’albero cresca, fiorisca e dia frutto. E ripeto quel pezzo del poeta argentino che mi piace tanto citare: “Tutto quello che l’albero ha di fiorito, gli viene da quello che ha disotterrato”. Sono contento, perché a Iasi ho fatto riferimento a quella nonna [con il nipotino neonato tra le braccia]: è stato un gesto di “complicità”, e con quegli occhi… In quel momento ero tanto emozionato che non ho reagito e poi la papamobile è andata avanti; insomma, avrei potuto dirle di venire davanti, a questa nonna, per far vedere quel gesto… E ho detto al Signore Gesù: “È una pena, ma tu sei capace di risolvere”. E il nostro bravo Francesco [fotografo], quando ha visto la comunicazione che ho avuto con quella donna con gli occhi, ha scattato la fotografia e adesso è pubblica: l’ho vista questo pomeriggio su Vatican Insider. Queste sono le radici, e questo crescerà. Non sarà come me, ma io do il mio. È importante questo incontro [tra anziani e giovani]. Poi ci sono i verbi. Quando i nonni sentono di avere nipoti che porteranno avanti la storia, incominciano a sognare – i nonni quando non sognano si deprimono –: ah! c’è futuro! E i giovani, incoraggiati da questo, incominciano a profetizzare e a fare storia. Importante.