Il concetto di Stato in Ratzinger. Giornata di studio a Varsavia

varsavia, 19 aprile 2017 (1)

Città del Vaticano, 19 aprile 2017 – “Il Santo Padre Francesco rivolge il suo beneaugurante saluto ai promotori ed ai partecipanti al significativo evento, esprimendo apprezzamento per l’iniziativa volta a riconoscere la benemerita opera del Suo amato Predecessore”, auspicando che “l’incontro susciti rinnovato impegno per un dialogo rispettoso e fecondo tra Stato e Chiesa in vista della costruzione della civiltà dell’amore”. È il saluto inviato dal Papa in occasione della Conferenza “Il concetto di Stato nella prospettiva dell’insegnamento del Cardinal Joseph Ratzinger-Benedetto XVI”, che si è svolta questa mattina a Varsavia, presso la sede della Conferenza dell’Episcopato polacco. L’iniziativa, promossa in occasione del 90mo compleanno del Papa emerito, ha avuto il patrocinio della Conferenza dell’Episcopato polacco, della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, del presidente della Repubblica Polacca, dell’Agenzia d’informazione cattolica Kai.

Anche il Papa emerito Benedetto XVI ha fatto pervenire un suo messaggio alla Conferenza: “Il tema scelto porta Autorità statali ed ecclesiali a dialogare insieme su una questione essenziale per il futuro del nostro Continente – ha scritto –. Il confronto fra concezioni radicalmente atee dello Stato e il sorgere di uno Stato radicalmente religioso nei movimenti islamistici, conduce il nostro tempo in una situazione esplosiva, le cui conseguenze sperimentiamo ogni giorno”. “Questi radicalismi – ha proseguito Benedetto XVI – esigono urgentemente che noi sviluppiamo una concezione convincente dello Stato, che sostenga il confronto con queste sfide e possa superarle”.

“Nel travaglio dell’ultimo mezzo secolo – ha infine ricordato il Papa emerito – con il Vescovo-Testimone Cardinale Wyszyński e con il Santo Papa Giovanni Paolo II, la Polonia ha donato all’umanità due grandi figure, che non solo hanno riflettuto su tale questione, ma ne hanno portato su di sé la sofferenza e l’esperienza viva, e perciò continuano ad indicare la via verso il futuro”.

La scelta del tema, ha evidenziato padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Ratzinger, deriva dal desiderio di “riflettere insieme su un ambito di questioni che sono state veramente a cuore alla grande figura di Joseph Ratzinger, sia nel tempo del suo Cardinalato, sia in quello del suo Pontificato”. “Seguendolo durante tutto il suo Pontificato – ogni giorno e soprattutto nel corso dei suoi grandi viaggi internazionali –, ho potuto comprendere sempre meglio come la sua prospettiva di servizio, benché primariamente orientata verso la comunità dei fedeli cattolici, non fosse per nulla limitata ad essa, ma si allargasse al bene di ogni persona umana, vista come immagine di Dio, al rispetto e alla promozione della sua altissima dignità, alla sua difesa da tutte le forme di disprezzo, di arbitrio, di violenza”, ha aggiunto padre Lombardi. Per poi continuare: “In ciò egli è stato sempre in profonda sintonia con il suo grande Predecessore Giovanni Paolo II, di cui è stato prima fedele collaboratore – e possiamo anche dire amico – per oltre vent’anni, e poi vero continuatore durante il suo pontificato. Papa tedesco successore del Papa polacco: quale messaggio formidabile di comprensione vicendevole e profonda, di riconciliazione e di impegno di pace ci viene dal guardare insieme a queste due grandissime figure della nostra storia contemporanea, vero dono alla Chiesa e all’umanità!”.

“Joseph Ratzinger-Benedetto XVI – ha osservato il religioso al cuore del suo intervento – è profondamente convinto che il vero fondamento, la garanzia più solida di un ordinamento capace di tutelare la dignità e il valore della persona umana stia nel riconoscimento da parte della ragione umana della verità di un ordine morale oggettivo, basato ultimamente sulla ragione creatrice di Dio, e che quindi la negazione di Dio o il suo oblio, la emarginazione della religione dalla vita pubblica e di ogni prospettiva di trascendenza dalla cultura, siano in realtà cause di un processo molto negativo e di gravi rischi per la vita della società e per la difesa della dignità di ogni persona umana. Egli è tornato perciò su questo tema con insistenza e con coraggio – direi anche con intensa passione e talvolta a rischio di trovare forte opposizione – davanti alle assemblee più autorevoli e qualificate, nella convinzione che ciò fosse sua precisa responsabilità nei confronti dell’odierna evoluzione culturale della società europea e del ruolo dell’Europa di fronte alla storia del mondo”. Ciò perché “i Papi sono pastori, responsabili anzitutto della comunità religiosa e del bene spirituale dei popoli. Ma proprio per questo devono guardare alla comunità umana nel suo insieme e indirizzarsi pure ai responsabili del bene comune dei popoli. Per questo si sono rivolti anche in passato alle guide dei destini delle nazioni e lo hanno fatto e continuano a farlo con grande autorevolezza morale”.

Alla odierna Conferenza di Varsavia sono intervenuti tra gli altri: l’arcivescovo Salvatore Pennacchio, nunzio apostolico in Polonia, Marek Kuchcinski e Stanisław Karczewski, presidente della Camera e del Senato polacchi, il ministro Małgorzata Sadurska, capoufficio della Cancelleria del presidente della Polonia, monsignor Stanisław Gadecki, presidente dei vescovi polacchi, Laszlo Kover, presidente della Camera in Ungheria, il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’arcivescovo di Wrocław monsignor Józef Kupny. Il presidente del Bundestag tedesco, Norbert Lammert, ha inviato un messaggio.