Domani in Vaticano la cerimonia di consegna dei Premi “Ragione Aperta”

RA 2025

 

Città del Vaticano, 29 settembre 2025 – Si svolgerà domani, martedì 30 settembre in Vaticano, dalle ore 16.30 nella Casina Pio IV, sede della Pontificia Accademia delle Scienze, la cerimonia di premiazione dei vincitori della VII edizione dei Premi “Ragione Aperta”.

Il riconoscimento – nato dalla collaborazione tra l’Università Francisco de Vitoria di Madrid e la Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI – va ad opere che affrontano in modo approfondito questioni antropologiche, etiche, epistemologiche e di significato con un approccio integrato tra scienza, filosofia e teologia.

La cerimonia di premiazione sarà presieduta dal cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Sono previsti gli interventi di padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Ratzinger e del prof. Daniel Sada, rettore dell’Università Francisco de Vitoria. A seguire, la consegna dei Premi decretati dalla Giuria internazionale, composta da padre Federico Lombardi, Daniel Sada, p. Paolo Benanti, Stefano Zamagni, Marta Bertolaso, Rafael Vicuña e Javier Mª Prades, scelti fra 410 candidature da 63 università di tutto il mondo.

 

L’idea del Premio “Razón abierta”

Di fronte a una cultura positivista e relativista, Joseph Ratzinger-Benedetto XVI rileva la profonda frammentazione della conoscenza e l’eccessiva specializzazione nel campo universitario. Il relativismo, lo scientismo e il pragmatismo non lasciano spazio a una conoscenza complessiva che comprenda in modo ordinato gli oggetti di studio, limitando a priori la ricerca della verità.

Ratzinger insiste quindi sulla necessità di avere una visione ampia e aperta della ragione e del suo esercizio nella ricerca della verità e della risposta alle domande fondamentali sull’umanità e sul suo destino.

Il concetto di ragione deve allargarsi per poter comprendere ed esplorare aspetti che vanno oltre la pura realtà empirica e per ottenere una sintesi armoniosa della conoscenza, che integra la teologia e la filosofia per capire la realtà. Le questioni fondamentali dell’umanità, come il vivere e il morire, non possono essere escluse dall’ambito della razionalità.

È una questione di ricerca di una conoscenza completa, non solo per quanto riguarda la quantità di conoscenza, ma anche per la pienezza e la profondità di ciò che è conosciuto, assicurando a ciascuna scienza l’autorità che le corrisponde nel suo campo di applicazione, ma senza lasciare da parte il significato ultimo, che dà senso e unità alla specificità di ogni scienza.

 

Il Premio

Alla luce di questa concezione, l’Università Francisco de Vitoria, in collaborazione con la Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, nell’autunno 2016 ha indetto il Premio “Ragione aperta”, che mira a riconoscere e promuovere l’innovazione nella ricerca scientifica e nei programmi accademici, a partire dall’invito di Benedetto XVI ad allargare gli orizzonti della ragione.

Ciò implica il lavoro interdisciplinare, che dimostra come un’area scientifica possa essere aperta a un più largo principio unificante. Questo richiede non solo il dialogo con altre scienze, ma anche un rapporto con la filosofia e la teologia, quando si tratta di questioni di senso cui la scienza da sola non può rispondere in modo soddisfacente. Si candidano al Premio, insomma, lavori accademici che abbiano interrogato ed esplicitamente inglobato la riflessione su antropologia, epistemologia, etica e il significato profondo che esiste all’interno della scienza specifica. Sono previste per il Premio due categorie: Ricerca e Docenza.

La categoria “Ricerca” include pubblicazioni scientifiche che si occupano di affrontare le questioni antropologiche, epistemologiche, etiche e di senso di una particolare scienza o disciplina. Le opere devono essere originali, anche se possono essere basate su ricerche o pubblicazioni precedenti.

La categoria “Docenza” include la presentazione di Programmi accademici (guide didattiche, piani di studio) che spiegano in dettaglio come si integrano, nell’insegnamento della scienza o disciplina particolare, le questioni antropologiche, epistemologiche, etiche e di significato. Le opere presentate in questa categoria devono essere originali e sviluppate nelle rispettive Istituzioni, accompagnate da una presentazione che comprende l’esposizione dei risultati o le esperienze emerse durante l’attuazione dei programmi previsti.

 

I lavori e la Giuria

I lavori pervenuti all’attenzione della Giuria internazionale – redatti in inglese, in spagnolo, o in italiano – sono stati in ogni edizione oltre un centinaio (nella presente edizione oltre 400!), di studiosi di varie decine di università di molti differenti Paesi.

Vari e molto diversi gli argomenti dei lavori: scienze giuridiche, economiche e sociali; scienze della comunicazione; scienze fisiche, biologiche, ambientali, biomediche e della salute; ingegneria e architettura; scienze umanistiche, filosofia e teologia.

Oltre ai Premi propriamente detti, può essere attribuita una “Menzione d’onore” a lavori ritenuti particolarmente degni di attenzione.

 

La Giuria di questa edizione era composta da esperti di fama internazionale nei campi della filosofia, della teologia, della scienza e dell’educazione:

P. Federico Lombardi, S.I., Presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI.

Daniel Sada, rettore dell’Università Francisco de Vitoria (Madrid, Spagna).

Marta Bertolaso, docente di Filosofia della scienza presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Paolo Benanti, teologo, ingegnere ed esperto di etica della tecnologia, membro della Pontificia Accademia per la Vita e consulente del Vaticano per l’Intelligenza artificiale.

Rafael Vicuña, dottore in Biologia molecolare, accademico della Pontificia Università Cattolica del Cile (Santiago del Cile) e membro della Pontificia Accademia delle Scienze.

Javier Prades, teologo e già rettore dell’Università Ecclesiastica San Dámaso (Madrid, Spagna), esperto di dialogo tra fede e ragione, membro della Commissione Teologica Internazionale.

Stefano Zamagni, economista, già professore all’Università di Bologna e già presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, esperto in economia civile e sviluppo umano integrale.

 

Il coordinamento accademico del processo è stato affidato all’Istituto Razón Abierta dell’Università Francisco de Vitoria, promotore dei Premi, il cui direttore è María Lacalle, vicerettore dell’Università e responsabile del modello di formazione dell’UFV.

 

La Giuria ha valutato i progetti in base alla qualità accademica, all’originalità, alla profondità filosofica e alla capacità di promuovere un vero dialogo interdisciplinare tra conoscenza scientifica, filosofica e teologica.

 

Premi “Ragione aperta”, i vincitori della settima edizione

 

Categoria Docenza

 

Il Programa de Grandes Libros de la Universidad de Navarra, di José María Torralba (Università di Navarra). Questo programma, attuato nelle Facoltà di Giurisprudenza e Medicina, integra la lettura di classici della filosofia e della letteratura come parte del curriculum. Attraverso seminari e lezioni magistrali, favorisce una formazione sapienziale che mette in dialogo le scienze particolari con le domande fondamentali sull’essere umano, la verità e il significato.

 

Categoria Ricerca

 

Body and Identity: A History of the Empty Self, di Angela Franks (St. John’s Seminary, Boston). Un viaggio storico-filosofico attraverso il concetto di identità dall’antichità alla modernità, che rivela come la perdita del fondamento trascendente abbia generato una crisi di identità contemporanea.

 

The Polycentric Republic: A Theory of Civil Order for Free and Diverse Societies, di David Thunder (Università di Navarra). Propone un’alternativa allo Stato moderno basata su una “repubblica policentrica”, in cui associazioni diverse collaborano in libertà e pluralità alla costruzione del bene comune.

 

Thomistic Philosophy in the Face of Evolutionary Fact, di Juan Eduardo Carreño (Universidad de los Andes, Cile). Offre una rigorosa integrazione tra l’evoluzione biologica e la filosofia tomistica, proponendo un approccio metodologico e concettuale che incorpora i contributi scientifici in una visione sapienziale.

 

Menzioni d’onore

 

Insolente belleza. Una propuesta de apreciación del arte contemporáneo, di Pablo López Raso (Universidad Francisco de Vitoria). Una difesa del percorso estetico come via verso il trascendente, recuperando la capacità dell’arte contemporanea di aprire domande su significato, identità e verità.

 

Educación aumentada. Desafíos de la educación en la era de la inteligencia artificial, di Santiago Bellomo (Universidad Austral, Argentina). Analizza criticamente l’impatto dell’Intelligenza artificiale sull’educazione e propone una pedagogia rinnovata che integra l’umanesimo classico con una ragione aperta e critica.

 

Un premio con impatto globale

Dalla loro creazione, i Premi “Ragione aperta” sono già andati a più di 30 opere e progetti provenienti da 15 Paesi, consolidando la propria posizione di punto di riferimento internazionale nella promozione del dialogo tra scienze, discipline umanistiche e teologia. Quest’anno sono pervenute 410 candidature da 63 università di tutto il mondo.

La “ragione aperta”, proposta da Benedetto XVI, è un modo di intendere la conoscenza che non si limita ai metodi della scienza empirica, ma si apre alle grandi domande dell’essere umano: chi siamo, qual è il senso della nostra esistenza, cos’è il bene, cos’è la verità, qual è il nostro destino. Di fronte a una ragione ridotta che si esaurisce nel tecnico, nel misurabile o nel verificabile, la ragione aperta riconosce la ricchezza del pensiero filosofico, della saggezza teologica e dell’esperienza umana come vie legittime alla verità.

 

Maggiori informazioni sui Premi “Ragione aperta”: https://razonabierta.org/

 

Sarà possibile seguire la cerimonia di premiazione in diretta streaming al link: https://www.youtube.com/live/0Q_uHl7GkT4