La Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI ricorda questo importante anniversario con la pubblicazione del volume Benedetto XVI. La vita e le sfide, per i tipi delle Edizioni Sanpino, a firma del giornalista Luca Caruso, responsabile della comunicazione istituzionale e dell’ufficio stampa della Fondazione.
Attraverso 10 capitoli, il libro ripercorre tutta la vita di Benedetto XVI, a iniziare dall’attuale condizione di Papa emerito e dal suo rapporto con Papa Francesco. Racconta poi il suo intero percorso esistenziale: la nascita in un paesino della Baviera il 16 aprile del 1927, l’infanzia, il trauma della seconda Guerra mondiale, la vocazione e l’ordinazione sacerdotale, la carriera accademica, la nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga da parte di Paolo VI nel 1977, la chiamata a Roma per volere di Giovanni Paolo II nel 1981, gli anni da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede a fianco del Papa polacco, l’elezione al pontificato nel 2005, la rinuncia nel 2013.
Tornando nel duomo di Frisinga nel settembre del 2006, in occasione del viaggio apostolico in Baviera, Benedetto XVI rievocava ancora il giorno dell’ordinazione: “Quando ero qui prostrato per terra e, come avvolto dalle Litanie di tutti i santi, dall’intercessione di tutti i santi, mi rendevo conto che su questa via non siamo soli, ma che la grande schiera dei santi cammina con noi e i santi ancora vivi, i fedeli di oggi e di domani, ci sostengono e ci accompagnano. Poi vi fu il momento dell’imposizione delle mani… e infine, quando il Cardinale Faulhaber ci gridò: ‘Iam non dico vos servos, sed amicos’ – ‘Non vi chiamo più servi, ma amici’, allora ho sperimentato l’ordinazione sacerdotale come iniziazione nella comunità degli amici di Gesù, che sono chiamati a stare con Lui e ad annunciare il suo messaggio”.
Sempre nella sua Autobiografia, il cardinale Ratzinger faceva memoria anche della prima messa, celebrata l’8 luglio a Traunstein: “Il giorno della prima messa la nostra chiesa parrocchiale di Sant’Osvaldo era illuminata in tutto il suo splendore, e la gioia che la riempiva quasi palpabilmente coinvolse tutti nell’azione sacra, nella forma vivissima di una ‘partecipazione attiva’, che non aveva bisogno di una particolare operosità esteriore. Eravamo invitati a portare in tutte le case la benedizione della prima Messa e fummo accolti dovunque, anche da persone completamente sconosciute, con una cordialità che fino a quel momento non mi sarei nemmeno immaginato. Sperimentai così molto direttamente quali grandi attese gli uomini abbiano nei confronti del sacerdote, quanto aspettino la sua benedizione, che deriva dalla forza del sacramento. Non si trattava della mia persona o di quella di mio fratello: che cosa avrebbero potuto significare per se stessi due giovani come noi per tanta gente che incontravamo? Essi vedevano in noi delle persone cui Cristo aveva affidato un compito, per portare la sua presenza fra gli uomini”.
Sull’immaginetta a ricordo di quell’avvenimento, il futuro Papa fece incidere una frase di san Paolo (2 Cor 1,24): “Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia”. È possibile vedere questo ricordino, insieme a numerosi altri oggetti, visitando la mostra “Cooperatores Veritatis”, aperta da oggi al 22 dicembre a Roma, nella Galleria Arte Poli, in Borgo Vittorio 88. L’esposizione, promossa dal Progetto Arte Poli e dal Museo dei Papi, presenta fotografie e oggetti appartenenti al Papa emerito e al Museo stesso, tra i quali paramenti, medaglie, scritti. Per l’occasione, il maestro Albano Poli ha realizzato un ritratto di Benedetto XVI, anch’esso in esposizione.