Città del Vaticano, 1 ottobre 2020 – Sono il filosofo francese Jean-Luc Marion e la teologa australiana Tracey Rowland gli studiosi cui viene assegnato il Premio Ratzinger 2020, giunto alla decima edizione. I loro nomi sono stati annunciati questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Roma, presso la Sala Marconi della Radio Vaticana, per illustrare le principali attività che vedranno protagonista la Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI nei prossimi mesi. Insieme al presidente della Fondazione, padre Federico Lombardi, è intervenuto il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e membro del Comitato scientifico della Fondazione, che ha illustrato i profili dei due accademici.
“Con l’edizione 2020, le personalità insignite del Premio Ratzinger saranno in totale 22, provenienti da 15 diversi Paesi dei cinque continenti. Con la prof.ssa Rowland abbiamo infatti raggiunto anche l’Oceania”, ha spiegato padre Lombardi. “Il conferimento del Premio è previsto per il 14 novembre nel Palazzo Apostolico, come nelle edizioni precedenti, da parte di Papa Francesco – ha proseguito il presidente della Fondazione Ratzinger –. Speriamo che la cerimonia si possa svolgere nonostante la pandemia. Qualora dovesse essere annullata per forza maggiore, cioè l’impossibilità dei due vincitori di partecipare, il Premio viene assegnato lo stesso per il 2020, ma i vincitori saranno invitati a partecipare e a ricevere il Diploma insieme ai vincitori del prossimo anno 2021”.
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Padre Lombardi ha quindi ricordato che l’anno scorso si era svolto a Budapest, nei giorni 8-9 ottobre, il IX Simposio internazionale di studio promosso dalla Fondazione, in collaborazione con l’Università cattolica ungherese “Pázmány Péter”. È stato dedicato al tema: “La situazione economica, sociale e spirituale dei Paesi dell’Europa Centrale alla luce della Dottrina sociale della Chiesa”. Il luogo e il tema, – di evidente attualità nel contesto europeo odierno – erano stati scelti in occasione del 30° anniversario della Caduta del Muro di Berlino.
Nei mesi scorsi sono apparsi gli Atti del Simposio 2018, pubblicati integralmente in inglese con la Franciscan University Press: Fundamental Rights and Conflicts among Rights.
“Mentre le iniziative dei Premi e delle pubblicazioni, come pure la assegnazione di Borse di studio annuali per dottorandi hanno potuto continuare nonostante la pandemia – ha spiegato padre Lombardi –, quello che ha dovuto purtroppo essere cancellato è il Simposio internazionale di quest’anno, che era stato previsto a Beirut, a dieci anni dal Sinodo speciale sul Medio Oriente indetto da Benedetto XVI, per riflettere sulla situazione della Chiesa e dei cristiani nella regione, sul dialogo con l’Islam, sull’impegno per la pace, alla luce dell’insegnamento e delle iniziative degli ultimi Papi – Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco”. “La scelta di Beirut – ha proseguito il presidente – aveva anche un evidente significato di solidarietà con popoli e comunità religiose in situazioni difficilissime. Purtroppo lo scoppio della pandemia ha reso impossibile proseguire nella preparazione, a ciò si è aggiunta la situazione veramente critica del Libano e il disastro dell’esplosione nel porto di Beirut. Ne siamo veramente molto addolorati. Speriamo in futuro di poter riprendere questa iniziativa, non solo per il suo significato culturale, ma anche per quello di solidarietà che ci proponevamo”.
La speranza è di poter realizzare nel 2021 un nuovo Simposio internazionale al quale si sta già lavorando. “La sede prevista è un’Università cattolica negli Stati Uniti. Sarebbe la prima volta che la Fondazione promuove un Simposio negli Stati Uniti e perciò in questa occasione il tema ruoterebbe intorno al pensiero teologico di Ratzinger-Benedetto XVI. Speriamo che la pandemia o altre difficoltà non ci impediscano di realizzare questo bel progetto”, ha auspicato padre Lombardi.
Sono state inoltre presentate altre importanti iniziative che denotano l’impegno della Fondazione in ambito accademico. La prima è il Premio “Razón abierta – Ragione aperta”, in collaborazione con l’Università spagnola Francisco de Vitoria, giunto alla quarta edizione e ispirato a un’idea centrale nel pensiero di Joseph Ratzinger, quella del dialogo in atto fra diverse discipline, in particolare scienze (matematiche, naturali, umane) e filosofia e teologia. La giuria internazionale ha premiato quest’anno, nella “sezione ricerca”, una grande opera collettiva sulla visione dell’uomo (dal punto di vista psicologico, filosofico, teologico…): A Catholic Christian Meta-Model of the Person: Integration of Psychology and Mental Health Practice; l’opera Human Embryos Human Beeings. A Scientific and Philosophical Approach, e l’opera What’s the matter? Toward a neo-Aristotelian ontology of nature. Nella “sezione insegnamento” è stata invece premiata l’opera (con i programmi didattici connessi) Teaching Character Virtues. A Neo-Ariostotelian Approach. La cerimonia di premiazione, accompagnata da un seminario di studio con la partecipazione dei vincitori del Premio, non si è potuta svolgere, ma l’iniziativa si manifesta molto vitale, con 122 opere candidate, 96 università rappresentate e autori di 15 Paesi diversi.
Nell’area dell’Europa centro-orientale si è sviluppata una iniziativa di collaborazione con l’Università statale polacca Nicolò Copernico di Toruń, la città di Copernico: il Premio “Ratio et spes – Ragione e speranza”. Viene individuato ogni anno un campo specifico diverso, sempre al fine di favorire il dialogo fra scienze, filosofia e teologia. Nella prima edizione ha riguardato lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e delle sue applicazioni, le possibilità ma anche gli interrogativi che esso pone per l’umanità odierna. È stato premiato il lavoro di un ricercatore del MIT di Boston con il suo gruppo di ricerca (T. Poggio, A. Bańburski, Q. Liao). Il Premio viene assegnato in occasione della Festa dell’Università Copernico, il 19 febbraio, che è anche la Giornata della Scienza in Polonia. Il tema della seconda edizione attualmente in corso riguarda invece le problematiche dell’ambiente. Il gruppo degli esperti ha già compiuto la selezione dei lavori e si attende ora la decisione del Comitato scientifico, che sarà designato insieme al nuovo Rettore dell’Università di Toruń.
Negli ultimi mesi dello scorso anno, infine, la Fondazione aveva promosso, in collaborazione con l’Osservatore della Santa Sede presso le Organizzazioni delle Nazioni Unite a Roma (FAO, IFAD, PAM) una serie di Seminari sul tema della leadership etica di fronte agli attuali problemi internazionali. Il primo aveva coinvolto i partecipanti al Sinodo dell’Amazzonia, altri due si erano svolti rispettivamente presso la FAO e l’IFAD. Un quarto aveva dovuto essere cancellato per il sopraggiungere della pandemia. Gli interventi dei relatori nei tre seminari (si trattava di professori universitari, funzionari di organismi internazionali, diplomatici, ecc.), sono in corso di pubblicazione in un volume collettaneo. È anche in atto una serie di contatti con Università pontificie e con la Francisco de Vitoria di Madrid in vista di nuove iniziative future in questo campo.
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