Intervista a Germán Cardona Gutiérrez, ambasciatore di Colombia presso la Santa Sede

Germán Cardona Gutiérrez

2 agosto 2014

Eccellenza, che stagione sta attraversando la Colombia? Qual è la sua attuale situazione socio-politica?

Lo Stato colombiano si fonda su una democrazia solida e forte. Parliamo di un Paese multietnico, multiculturale, dalle grandi differenze; impegnato sul fronte ambientale e che costituisce una destinazione sicura.

Nel 2014 la popolazione colombiana ha raggiunto la cifra di 47,7 milioni di persone. Durante l’attuale governo sono stati creati più di 2 milioni di posti di lavoro; la Colombia è infatti il Paese che ha recentemente prodotto più posti di lavoro in tutta l’America Latina. Nell’aprile del 2014 il tasso di disoccupazione era del 9,0%, la percentuale più bassa degli ultimi 13 anni. In Colombia 1,7 milioni di persone sono venute fuori dalla condizione di povertà e 70.000 dalla povertà estrema.

Il Governo ha promosso l’educazione gratuita in tutte le scuole pubbliche del Paese per quanto riguarda la scuola primaria e secondaria, favorendo in tal modo 8,6 milioni di studenti.

Negli ultimi 10 anni la Colombia è riuscita ad affermarsi come Paese leader dell’area grazie al rafforzamento delle proprie istituzioni, alla gestione e all’incremento della sicurezza in tutto il territorio e per tutti i suoi abitanti. Il Governo colombiano lavora costantemente per rendere il Paese più sicuro, più giusto, con maggiori e migliori opportunità per tutti; più moderno, con una economia sempre più competitiva che crea posti di lavoro sicuri e di qualità. La Colombia è un Paese impegnato nella promozione, nel rispetto e nella difesa dei Diritti Umani e delle norme del Diritto Umanitario Internazionale.

Il Presidente della Repubblica Juan Manuel Santos è stato rieletto per il periodo 2014-2018 e ha affermato che proseguirà con l’impegno di lavorare per il proposito comune della promozione della pace e della giustizia sociale per tutti i colombiani.

A che punto è giunto il processo di pacificazione nazionale?

Nella direzione dei dialoghi di pace che si portano avanti a L’Avana, il Governo colombiano e il gruppo dei ribelli delle FARC hanno raggiunto accordi su vari punti a proposito delle iniziative di sviluppo rurale, della partecipazione alla politica e del problema delle droghe illegali: su quest’ultimo punto si è discusso di iniziative importanti quali lo sradicamento delle coltivazioni illegali, i programmi di prevenzione del consumo e il recupero ambientale delle zone di interesse del narcotraffico.

Si sta lavorando a proposito del trattamento che sarà riservato alle vittime del conflitto, tema di maggiore difficoltà e importanza nel processo di pace, poiché sarà stabilito il modo in cui queste vittime debbano essere risarcite e come debbano essere loro garantiti i diritti alla verità e alla giustizia. Questo rappresenta un accordo essenziale per il processo di pace, che dimostra la volontà del Governo colombiano di portare avanti le negoziazioni e fa in modo che riusciamo a vivere una vera pace.

Su altro fronte, si porta avanti allo stesso modo una fase esplorativa ai fini della negoziazione tra il Governo nazionale e l’altro gruppo di ribelli del nostro Paese, l’Esercito di Liberazione Nazionale – ELN, in maniera da concordare un’agenda e progettare un percorso che permetta di “costruire” una pace stabile e duratura per la Colombia.

Qual è il contributo della Chiesa cattolica alla vita e ai problemi del Paese?

È necessario porre in rilievo il lavoro che la Chiesa sta compiendo in questa direzione e l’importanza del suo ruolo nel conflitto colombiano. Agisce attraverso gli aiuti umanitari a supporto della popolazione più povera e vulnerabile nel territorio con la presenza parziale di gruppi armati illegali e tiene sempre presente l’importanza dei dialoghi umanitari e il proprio interesse nel seguire da attenta osservatrice i dialoghi di pace che si portano avanti a Cuba.

La Chiesa cattolica in Colombia ha manifestato il proprio desiderio di contribuire alla positiva risoluzione del processo di pace mediante il dialogo e la riflessione, così come attraverso l’approfondimento del messaggio evangelico del perdono e della riconciliazione. La Chiesa cattolica ha inoltre accettato l’invito a prendere parte alla selezione delle vittime che parteciperanno ai colloqui a L’Avana come atto umanitario di appoggio alle vittime stesse.

La Santa Sede è molto ben informata a proposito dello stato in cui si trova il processo di negoziazione che si tiene a L’Avana e il Santo Padre segue con grande attenzione i risultati dei dialoghi di pace.

Come pensa che il Convegno in programma in ottobre a Medellín, sul tema “Il rispetto per la vita, cammino per la pace”, potrà influire nel panorama nazionale colombiano?

È un onore per la Colombia che Medellín sia stata scelta come sede della quarta edizione del Convegno Internazionale promosso dalla Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, che si svolgerà il 23 e 24 ottobre con la partecipazione dell’Arcidiocesi di Medellín e dell’Università Pontificia Bolivariana.

Si tratta di un Convegno di alto livello che si propone di celebrare la grande ricchezza teologica, accademica e spirituale del nostro amato Papa emerito Benedetto XVI e che avrà un impatto positivo sul panorama nazionale; infatti coloro che interverranno come relatori contribuiranno senza dubbio a diffondere in ogni modo la forza delle idee e la solidità delle argomentazioni di Benedetto XVI, proprio come il pensiero di Sua Santità Papa Francesco sul rispetto per la vita nella sua interezza, la promozione dei diritti umani e il rafforzamento della cultura della pace. Senza dubbio sorgeranno iniziative interessanti che inviteranno alla riflessione e all’incontro fraterno.

Luca Caruso